Alfredo Biondi

... ALFREDO BIONDI

RICORDO DI UN AMICO

Incontrai Giancarlo, quasi per caso, una mattina fredda di novembre alla fine degli anni ’60, presso la Pretura di Cairo Montenotte. Avevo una causa abbastanza grave di lesioni colpose. Aspettavo il mio turno e lo ascoltai discutere. Molto pacatamente quanto incisivamente.
Mi complimentai con lui e, da quel giorno, per motivi professionali, successivi a quell’incontro, e poi per la nostra diversa militanza politica ma, anche per amicizie savonesi comuni, diventammo amici.
Le nostre frequentazioni e l’ambiente socio - economico - culturale comune ci potevano vedere avversari ma anche concorrenti, ma ciò non avvenne mai e non incise suo nostri rapporti.
Quando penso alle risse ed al falso buonismo, (anche più vergognoso), che contraddistingue la politica di oggi, la nostra vicenda elettorale mi pare quasi irreale.
Militò dalla VII alla XI legislatura nel gruppo parlamentare della D.C. ed ebbe delicati incarichi parlamentari e di governo, ma non faceva pesare mai il suo ruolo con nessuno.
Una volta mi disse : “mi piacerebbe che tu la pensassi come me” e poi aggiunse : “ma, in fondo, anch’io la penso come te su molte cose” !.
Aveva un modo, discreto ma fermo, nell’esprimere la propria opinione e non amava la captatio benevolentiae.
Era molto religioso ma non bigotto, e questo gli consentiva di affrontare polemiche, anche aspre, senza quella punta di integralismo che accompagna molto spesso, purtroppo, i cattolici in politica.
Non lasciò mai (come me), se non per motivi di incompatibilità con le funzioni di governo, l’attività professionale di avvocato.
Bravo nel penale e nel civile come succede a chi esercita la professione forense nelle città meno grandi. Molto scrupoloso, era però anche assai abile nella impostazione della difesa nel processo. La sua apparente mitezza nascondeva invece una sostanziale intransigenza.
Lo incontrai in Pretura a Cairo Montenotte la prima volta, l’ho lasciato in Cassazione, l’ultima volta, poco prima che se ne andasse in un tragico incidente tra la neve e la nebbia nel Piemonte.
Era stato associato, in Cassazione, come difensore di Parte Civile nel processo Guerinoni di Cairo Montenotte.
Lo ricordo nell’aula della I Sezione Penale : era mio avversario e c’erano ad ascoltarlo anche i suoi magnifici figlioli.
Quando finii di parlare, lui avversario, mi si avvicinò e mi disse care e non dimenticate parole di apprezzamento.
Aveva capito che la Corte non avrebbe accolto le mie tesi e volle consolarmi, in anticipo, perché mi voleva bene. Lui, così diverso per carattere da me, ma così uguale nel cogliere valori e sentimenti che sapeva comuni e condivisi.
Amava sua moglie, adorava i suoi figli, era caro e leale con gli amici.
Così era ed è il senatore Giancarlo Ruffino.

Roma, 1° dicembre 1998
Alfredo Biondi
V. Presidente della Camera dei Deputati