Michele Boffa

... MICHELE BOFFA (*)

A Millesimo, nella Val Bormida, in Provincia, in Regione e in ogni altro luogo dove il nostro illustre concittadino è conosciuto, la morte prematura e tragica di Giancarlo Ruffino ha suscitato profonda commozione e ci lascia un’immensa tristezza.
Circostanze come questa sono spesso un’occasione unica per esaltare la personalità e le opere di chi non è più tra noi, ma io non parlerò dell’apprezzato professionista e del politico impegnato ai più alti livelli, perché non è questo che l’uomo e il suo spirito ci chiedono oggi di testimoniare.
La notorietà e il successo, che tanto gli sono costati quanto lo hanno gratificato, non sono stati per Giancarlo che episodi, rilevanti ma assolutamente secondari rispetto all’amore per la sua famiglia, per il suo paese e per la sua Valle.
Figli e nipoti, gioie immense per lui e per Maria Pia, lo avrebbero avuto presto, per sua esplicita ammissione, papà e nonno a tempo pieno. Siamo loro vicini nel dolore di questo crudele destino, nella speranza che dà vigore e nella fede che non abbandona.
La costante presenza di Giancarlo Ruffino tra noi in tutti questi anni e in ogni occasione possibile, adoperandosi nella risoluzione dei problemi che assillano molte delle nostre famiglie, è andata ben al di là da quanto ci si può attendere dal candidato più zelante e presenzialista. Si poteva nitidamente avvertire la sua sincera disponibilità d’animo, votata all’ascolto di ognuno, abile nel dialogo, incline alla mediazione, sorretta da un’incredibile resistenza fisica, che solo la morte avrebbe potuto spegnere. Proprio la capacità di ascoltare gli altri, tanto poco comune, ritengo sia stato il segreto di tanta generale riconoscenza.
Le Autorità qui convenute, in rappresentanza di tutte le istituzioni di questa nostra cara Italia e di questo lembo d’arco di terra, testimoniano la stima dello Stato. Ma Giancarlo guarda ancora e soprattutto la sua gente, che questo tempio tutta non può contenere, che sta nelle vie, nelle case, nelle campagne, nelle fabbriche, sulle nostre colline. Ricorda forse tante battaglie, sorride e stringe idealmente la mano ai suoi compagni di gioco.
La terra di Millesimo, che lo ha imprestato alla vita politica, conserverà i suoi resti mortali, gli uomini il suo ricordo, il cielo la sua anima.

Millesimo, 6 gennaio 1994


(*) Breve orazione del Sindaco di Millesimo, prof. Michele Boffa, durante la cerimonia funebre