Nicola Mancino

... NICOLA MANCINO

Ricordare Giancarlo Ruffino significa, per me, riandare con la memoria a diversi momenti della attività parlamentare svolta insieme, fra gli altri, ad un amico in cui l’uomo e il politico - e non sempre capita - presentavano lo stesso volto.
Eletti entrambi per la prima volta al Senato nel 1976, fummo chiamati a far parte della Commissione Affari Costituzionali. Era fervido e appassionante, il dibattito sul ruolo delle Regioni e sulle nuove forme istituzionali sub-regionali.
Con le prime discussioni, ebbi modo di conoscere meglio Giancarlo Ruffino, il suo carattere aperto e franco, la sua capacità di analisi, la sua competenza, la sua passione civile. Di questi e di altre doti caratteristiche Giancarlo Ruffino avrebbe dato numerose prove. Ma erano anche gli anni del terrorismo, quelli in cui l’ordine democratico e la sicurezza dei cittadini erano in pericolo. Come presentatore e come relatore di numerosi ed importanti disegni di legge, fu sempre estremamente attento alle questioni fondamentali del nostro ordinamento: e, spesso, nei dibattiti sottolineava i rischi di innovazioni legislative che giudicava non sempre idonee a contrastare i fenomeni criminali o le spinte più eversive della convivenza civile.
Non trascurava la cura dei problemi di molte categorie, non solo di quella di appartenenza, gli avvocati, ma anche e soprattutto di quelle, per ragioni varie - erano gli anni di piombo - più esposte alle difficoltà, come i magistrati  e le forze di polizia; o, per altro, verso, i pensionati.
Era anche molto sensibile ai problemi dei giovani : tra le diverse sue proposte ricordo che fu primo firmatario del disegno di legge per l’uso obbligatorio del casco per i guidatori di moto e motorini.
Nelle Commissioni di cui via via fece parte a Palazzo Madama - Giustizia, Lavori Pubblici, Finanze e Tesoro, Vigilanza sui servizi radiotelevisivi, Commissione per i procedimenti di accusa, e della Giunta per le immunità parlamentari - egli si fece apprezzare per preparazione e per equilibrio.
Nel frattempo, il nostro rapporto di conoscenza si irrobustiva, grazie ai continui scambi di opinione e al comune lavoro politico anche all’interno del Direttivo del Gruppo parlamentare, che io fui chiamato a presiedere e di cui Giancarlo Ruffino divenne segretario.
La collocazione in aree diverse della vita del partito non fui mai di ostacolo alla creazione di un saldo rapporto di amicizia, fondato sulla stima e sul rispetto reciproci, suggellato anche da una mia visita nella sua Savona.
Mi fa piacere poter ricordare di essere stato io a segnalare al Presidente del Consiglio Andreotti, Giancarlo Ruffino, per l’incarico di Sottosegretario, non solo come riconoscimento della positiva attività politica e parlamentare da lui svolta, ma anche come atto di fiducia personale nei suoi confronti.
Da ultimo, ma non per ultimo, un cenno al suo profondo legame con il mondo degli affetti familiari : la visibile soddisfazione, anzi l’orgoglio con cui presentava i suoi figli agli amici erano il segno di un grande affetto concretamente testimoniato.
Vorrei concludere così : Giancarlo Ruffino - da padre di famiglia, da cittadino, da parlamentare - ha testimoniato grande serietà di impegno civile e una profonda fiducia, mai smentita, nelle virtù del confronto e del dialogo come base della convivenza sociale.

Roma, dicembre 1998
                                                                               Il Presidente del Senato della Repubblica
                                                                                                  sen. Nicola Mancino